di: Marina Vignozzi Paszkowski 

Marina Vignozzi Paszkowski (Firenze 1960). Laureata in Storia dell’Arte presso l’Università degli Studi di Firenze con il massimo dei voti e la lode, ha collaborato per molti anni con Gian Lorenzo Mellini ed è stata segretaria di redazione della rivista “Labyrinthos”. Dal 1985 ha partecipato a progetti culturali ed editoriali promossi da diversi enti e fondazioni, come Museo Marini di Firenze, Linea d’Ombra di Treviso, Centro Ragghianti di Lucca, Fondazione Museo Montelupo Fiorentino, ecc. Dai primi anni Novanta l’indirizzo principale della sua ricerca è volto allo studio della ceramica tra Otto e Novecento soprattutto del territorio toscano. Ha organizzato e curato mostre, pubblicato saggi, articoli, monografiche su manifatture quali: Fanciullacci, Mancioli, Cacciapuoti, Bitossi e ceramisti come Aldo Londi, Alvino Bagni, Eva Zaisel, Paolo Staccioli, ecc. Dal 2000 si occupa dell’organizzazione e catalogazione dell’Archivio Industriale Bitossi, di cui è curatrice. Attualmente sta lavorando anche come curatore dell’Archivio del Novecento del Comune di Montelupo Fiorentino su incarico della Fondazione Museo Montelupo. [x]

Siamo nei primi anni Cinquanta, in un momento di straordinaria complicità tra aziende e committenti, tra artigiani e designer, tra prodotto e fruitore dello stesso. Un intraprendente direttore artistico, Aldo Londi [01], sostenuto dai proprietari, canalizza tutti questi impulsi nella meticolosa ricerca su intriganti temi “alchimistici” e produttivi, come la creazione della famosa serie Rimini Blu, messa in produzione dal 1959.
Un colore e una serie talmente intrisi di personalità da divenire icona del lavoro del suo creatore Aldo Londi presso la manifattura Bitossi [02] e, più in generale, vessillo della produzione degli stessi, tanto da rimanere a oggi un’esclusiva dell’azienda, nonostante i numerosi tentativi di imitazione.

Aldo Londi (1911 – 2003) [x]

[01] Si veda in proposito la scheda dedicata al profilo aziendale della manifattura Bitossi Ceramiche.

[02] Nel 1947 nasce il Colorificio ceramico Della Robbia la cui denominazione verrà poi modificata nel 1957 in Colorificio Colorobbia della ditta cav. Guido Bitossi & Figli.

Le ceramiche di Londi sono il frutto di un assiduo studio, di una costante sperimentazione di materie, colori e tecniche diverse – reso ancora più prolifico grazie anche all’ausilio delle sempre più avanzate ricerche del laboratorio chimico del colorificio Colorobbia, costituito nel 1947 dai fratelli Bitossi [03] – e spesso si presentano dunque come precorritrici di tendenze.
L’episodio del Rimini Blu è una delle tante storie di collaborazione e ricerca tra Londi e il colorificio Colorobbia per creare nuove sfumature di colore. Forse la più fortunata, poiché da essa nasce un colore “impossibile”, che permette un nuovo processo di finitura riducendo i tempi di produzione.

[03] Fausto Berti, Marina Vignozzi Paszkowski (a cura di), Sette secoli di ceramica, Aedo, Montelupo Fiorentino - Firenze 2004, pp. 120-129; Marina Vignozzi Paszkowski, La ceramica Bitossi. Una storia italiana, in “VIII Biennal Internacional de Ceràmica”. Manises, 16 novembre 2007-19 gennaio 2008. Manises, Ajuntament de Manises Museum de Ceràmica, 2007, pp. 75-126.

Il tipo d’argilla usata è un refrattario bianco (utilizzata già nel 1959) oppure un refrattario rosso seguito da ingobbiatura, che nei quaderni di produzione viene indicata come “ingobbio roccia bianca”, materia particolarmente adatta per l’uso delle cristalline, poiché favorisce una maggiore brillantezza degli smalti.
Le forme adottate nella collezione spaziano da forme semplici e ordinarie a soggetti classici o scultorei, fino ad arrivare ad una straordinaria collezione di animali caratterizzate da una distintiva fantasia, in alcuni casi quasi naif. Le forme sono per lo più lavorate a tornio o a pressa, solo in pochi casi si utilizza il colaggio.

La texture decorativa è ideata al momento della lavorazione del “crudo”, quando, come d’abitudine, Londi s’avvicinava ai tornianti con le tasche piene di viti, chiodi e quant’altro, attuando una sorta d’action imprinting. Stabilito lo schema decorativo, l’incisione a impressione con stampino o cariolata poteva essere svolta anche da mani meno esperte. Una texture semplice composta da minuti e fitti segni che creano un fregio, un girotondo fantastico di elementi astratto geometrici che non si stancano mai di rincorrersi. Esaltati da quei veloci tocchi gialli e neri che il decoratore fonde con il blu e che, dopo la cottura, ripropongono magicamente i giochi di luce che si riflettono nel mare.

Se a prima vista la scelta cromatica può sembrare fissata quale emblema dell’origine mediterranea di quei manufatti, in realtà potrebbe essersi originata dal gradimento goduto negli Stati Uniti da un colore chiamato “Spanish Blue”. Un colore che l’importante distributore americano Irving Richards [04] della Raymor Company di New York [05] supplicò Ettore Sottsass Jr., in quel momento suo collaboratore ed assiduo frequentatore della manifattura Bitossi, di usare, senza però raggiungere alcun effetto. Sottsass detestava questo colore, come ricorda Barbara Radice: «Allora erano di moda le terrecotte folkloristiche e le ceramiche super-cotte, il gres marrone cupo sembrava molto chic. Soprattutto era di moda un colore che gli americani chiamavano “Spanish blue” e che probabilmente non era spagnolo affatto ma marocchino. Ettore lo detestava e si rifiutava di usarlo nonostante le preghiere di Richards»[06].

Aldo Londi (1911 – 2003), Irving Richards (1907-2003) [x]





Irving Richards (1907-2003) [x]

Tre pagine tratte da opuscoli della Raymor Company (in seguito Richards Morgenthau & Co.) risalenti agli anni 50. Le pubblicità di Raymor illustrano efficacemente lo straordinario coagulo di designer offerto dall'azienda ai propri clienti. Solo per citare i principali: Ben Siebel, Tony Paul, Richard Galef, George Nelson, Paul McCobb e Russel Wright. | photo courtesy Jonathan Goldstein & Paul Beedenbender (www.markhillpublishing.com).[x]

[04] Irving Richards (1907-2003), iniziò la propria attività nei primi anni Venti a New York, quando cominciò a vendere accessori da scrivania mentre lavorava nella libreria di famiglia. Poi collaborò con la Lightolier come venditore di lampade. Conobbe Russel Wrigth e ben presto avviò con lui una stretta collaborazione tramite la fusione delle loro società e la realizzazione della linea da tavola American Modern Dinnerware. Il successo portò alla costituzione di numerose compagnie a New York e nel New Jersey. Collaborò con importanti designer quali Russel Wright, Gilbert Rohde, Donald Deskey, Walter Dorwin Teague, Ray e Charles Eames, George Nelson, Ben Seibel, Eva Zeisel, Michael Lax e dal dopo guerra con gli scandinavi Arne Jacobsen, Tapio Wirkkala, Hans Wegner e l’italiano Ettore Sottsass, oltre alla collaborazione con ceramisti quali Aldo Londi, Marcello Fantoni, Alvino Bagni e altri. Molti articoli sono stati progettati da Irving Richards stesso.

[05] Irving Richards è stato legato dal 1935 alla Russel Wright Accessori, la quale venne rinominata Raymor MFD Division inc. (1941). Seguono una serie di società fondate sotto il nome di Raymor e Richards Morgenthau, il primo nome è identificato con il design e l’importazione, il secondo con la vendita. Poche le notizie sul socio Eugene Morgenthau (1904-2004). La loro storia non è ancora molto conosciuta, cfr. Alvin Lustig, Raymor in “Industrial Design”, febbraio 1954; Nora Krug, Irving Richards, 96. Distributor of Modern Design, in “New York Times”, 15 novembre 2003; Dictionary of Modern Design, Oxford University Press, 2016, ad vocem “Raymor” (1941-1980ca.); (www.markhillpubblishing.com/article-2/who-what-was-raymor).

Ettore Sottsass junior (Innsbruck, 14 settembre 1917 - Milano, 31 dicembre 2007), Montelupo Fiorentino - Firenze, 1964 [x]

[06] Barbara Radice, Ettore Sottsass, Mondadori Electa, Milano 1993, p. 54.

Irving Richards è quel noto distributore che, con grande intuito, ha messo in contatto emergenti designer industriali con varie manifatture per la produzione dei loro lavori, e che, come attento conoscitore del mercato americano di massa, ha dato un importante contributo alla forma e alla direzione delle produzioni, poi da lui promosse e distribuite. Un cliente ed un amico dei Bitossi e di Londi a cui era difficile dire di no. Probabilmente è per questo che, di fronte al categorico rifiuto di Sottsass, Aldo Londi si sentì in dovere di assecondare la richiesta di Richards e sollecitò una ricerca con la collaborazione del colorificio, che portò alla creazione di questo magico blu e alla conseguente creazione della fortunata linea nel 1959. Il colore “Blu Rimini” è composto da una cristallina colorata prodotta dalla Colorobbia che precedentemente era chiamata “Bleu Egiziano”. I diritti d’uso degli smalti e cristalline usate in questa linea sono riservati alla sola manifattura Bitossi.

Non è un caso che questa fortunata serie inauguri una pionieristica tecnica di brand management, un’idea di marketing che associa la decisione dell’acquisto a stimoli percettivi e sensoriali, a partire dal nome che evoca la gioia italiana di vivere.

Seppure l’idea iniziale parta dalla definizione cromatica (il blu), sarà quella precisa creazione decorativa ad incisione per impressione a stampino [07] a far sì che questa collezione divenga sin dall’inizio un vero e proprio evergreen: la serie Rimini di Bitossi. Una decorazione, una linea inscindibile dal proprio produttore tanto da permettere alla Bitossi di produrre parallelamente nel corso del tempo numerose varianti cromatiche, che hanno dato origine ad altrettante linee: dal Rimini Sunset al Rimini verde luminoso, dal Rimini rosso veneziano al Rimini Via Veneto degli anni Sessanta, dal Rimini a lustri metallici al Rimini Messico degli anni Settanta sino al Rimini Pacific Blue degli anni Ottanta e il Rimini ruggine degli anni Novanta, per fare alcuni esempi.

[07] Il motivo decorativo presenta sempre le stesse forme geometriche incise a impressione a stampino o cariolata, ad eccezione di poche varianti che presentano foglie, catenella e cuori.

La serie Rimini blu oltre a far parte di collezioni pubbliche [08] e private [09] è stata e continua ad essere fonte d’ispirazione.
La designer Bethan Laura Wood, nella realizzazione della sua collezione di vasi e coppe prodotte da Bitossi Ceramiche, si ispira alla tecnica dell’incisione, ai colori e alle forme create da Londi nella serie Rimini blu [10].

[08] Museo della ceramica di Montelupo Fiorentino, Museo della ceramica di Faenza, Museo della ceramica di Fiorano Modenese, ecc.

[09] Come ad esempio la Collezione Graham Cooley.

[10] La collezione “Guadaloupe” nei toni celeste e verde acqua, presenta un pattern espressivo di forme grafiche e linee fluide ispirate a loro volta dalle vetrate della Nuova Basilica di Nostra Signora di Guadalupe (Città del Messico).

Marco Zanini




Ho avuto la fortuna di conoscere Aldo Londi quando ero molto giovane e lui già avanti con gli anni ma ancora con molta energia; mi piaceva chiacchierare, talvolta anche nella sua casetta nascosta nel verde sopra la Pesa, di ceramica ma non solo, mostrava le foto degli anni di prigionia in Sud Africa, chiacchieravamo di come era stata la ricostruzione dopo la guerra, di come era e stava cambiando il mondo in quella cerniera storico/fisica che è la Toscana, prigioniera della sua storia tra gli Etruschi ad Artimino e gli scempi immobiliari fatti, in nome del popolo, della cooperazione e del progresso sulle colline (ed anche dentro le cittadine, Montelupo incluso) che dopo aver dato al mondo geni ed infinite meraviglie, Michelangelo, Leonardo, le tombe di Baratti, la cupola del Brunelleschi, vive una crisi culturale profonda e prolungata, con classi dirigenti mediocri e leader la cui memoria non dura il tempo di un mattino.
Allora c'era ancora la moglie, poi se ne è andata e Aldo è rimasto più solo e più triste.

Da giovane il mio interesse era sapere, capire, collezionare dati, informazioni, apprendere; Aldo aveva per me simpatia, gentilezza, generosità; i ritmi erano quelli della Toscana che preferisco: dormire nel silenzio della Paggeria Medicea dopo lo stress del viaggio di notte lungo l’Autostrada del Sole, mattinate di sabato passate nel capannone semivuoto della Bitossi a tentare di fare qualcosa di nuovo, sperimentando, con forni andati a male, smalti che uscivano di un colore diverso e tutto il resto, assolutamente normale, della ceramica; lunghi pranzi in trattoria a base di finocchiona, chianti, pane, penne strascicate ed enormi bistecche alla fiorentina, o conigli dolceforte con fritto di fiori di zucca e carciofi, in una geografia estremamente limitata, e perfetta, che non oltrepassava Carmignano, Montespertoli e Cerbaia.

Aldo aveva una grande passione per Ettore, erano molto amici e si volevano molto bene, ma ceramicamente erano proprio di due pianeti diversi: Ettore usava la ceramica, come ha sempre usato qualsiasi materiale, come uno strumento per comunicare i suoi pensieri speciali, come una carta tridimensionale e materica con cui produrre segni e disegni legando la storia e le culture del passato con le sperimentazioni del contemporaneo in filastrocche lunghe, complesse, affascinanti che andavano dalla Cultura Villanoviana passando per Luca della Robbia, Shiva e Gas Stations pre e post Pop per arrivare a Memphis e non fermarsi ancora fino all'ultimo momento utile.

Aldo, che ha prodotto migliaia di pezzi in una ricerca estetica mai finita, mi rimane inevitabilmente nella memoria per il Rimini Blu che, spedito e fatturato in centinaia di container in tutto il mondo (l’altro giorno ne ho trovato un pezzo perfino in Brasile) fece la felicità del Cavalier Vittoriano e, probabilmente, aiutò a finanziare qualcuna delle sue molte iniziative industriali ben più solide (spero) di questa fragile ceramica toscana che nei secoli sempre è finita rotta: etrusca, romana, medicea, moderna, contemporanea; come si usa dire: “superata dal progresso” salvo che nelle grandi collezioni, dei grandi mercanti, ben nascoste nei forzieri delle Banche Svizzere, ecc.

Sono passati 35 anni dal giorno in cui, per la prima volta, entrai a Montelupo in Lambretta, per la statale antica piena di camion, per comperare terra e smalti per un esame alla Facoltà di Architettura di Firenze; Aldo se ne è andato alcuni anni fa, la sua traiettoria e le sue vicissitudini ben rappresentano quello che è successo nel secolo passato: il disastro del fascismo e della guerra, la ricostruzione, la transizione dall'artigianato all'industria, la innovazione del periodo post guerra e la progressiva perdita di significato, di referenze, di un mondo che non sempre ha avuto la necessaria qualità intellettuale per coniugare globalizzazione e tradizione, storia e innovazione, progresso e vera qualità della vita.

La grande e antica tradizione locale della ceramica è più viva nei musei che nelle fabbriche che piano piano si sono spente e chiuse, sono sicuro che anche qui il piatto raccomandato è oggi penne al salmone (pieno di antibiotici, che viene dal Chile dove mai è esistito endemicamente) o gamberetti (sa Dio da dove vengono, forse Panama o Ecuador) e rucola.
Non è una questione di nostalgia, che non mi appartiene visto che, trentino, vivo a Rio de Janeiro.
La questione è non sostituire il buono, conosciuto, raffinato, unico (la ceramica o la finocchiona) per il peggio.

Titolo / Title:

Un ricordo su Aldo Londi

Autore / Author:

Marco Zanini

Luogo / Place:

Flamengo, Rio de Janeiro | Fonte / Source: Marina Vignozzi Paszkowski, Aldo Londi. Un ceramista del Novecento, Fondazione Vittoriano Bitossi, Polistampa, Firenze 2014

Data / Date:

6 febbraio 2010

Umberto Rovelli (Bologna 1962)




Gamma molteplice, mirabile e stupefacente, prodotta in milioni di esemplari (ergo d’elevatissima serie), frutto di vocazione sperimentale e innovazione tecnologica unite a competenze materiali, manuali e artigianali stratificate, la serie Rimini blu, ideata da Aldo Londi rappresenta un’alchemica sublimazione che beneficia sorgivamente del contributo complessivo di talento poetico, astuzia fabbrile, sintesi formale e intelligenza relazionale. Tipologicamente diffusa su diversi ambiti (l’arredo – vasi, contenitori, portaombrelli –; l’oggettistica – fermacarte, posacenere, soprammobili in genere e miniature –; il corredo per la tavola – brocche, ciotole, tazze, boccali, centrotavola), la versatile gamma prodotta da Bitossi Ceramiche a partire dal 1959 rappresenta un esempio di tenuta (oltre che di durata) stilistisca nei confronti delle oscillazioni del gusto che lascia quasi perplessi. Certo il pigmento adottato (il colore impossibile elaborato nei laboratori del colorificio Colorobbia) ha senz’altro contribuito all’immediatezza del successo delle ceramiche, ma il segreto della straordinaria permanenza nel catalogo Bitossi delle ceramiche Rimini blu va ricercato anche – se non soprattutto – nell’efficace compenetrazione tra ricerca formale modernista di marca nord-europea e suggestioni primitiviste che palpabilmente affiora in ognuna di esse. Suggestioni, peraltro, promananti da una regione come l’Africa che – specie fra le due guerre – ha rappresentato un focus peculiarmente influente, in generale, per l’arte moderna e, in particolare, per Aldo Londi. Per il designer/artefice nato a Montelupo Fiorentino, peraltro, quella nei confronti del continente “originario” non è stata affatto un’infatuazione intellettuale: abbastanza presto prigioniero di guerra, Londi è costretto a vivere per alcuni anni nei campi di concentramento inglesi in Sudafrica. Qui, oltre a essere indelebilmente ammaliato dai colori di una terra prodigiosamente vitale, impara una lingua che gli sarà oltremodo utile per confrontarsi in modo impareggiabile con i primi buyers americani degli anni 50 e 60. Anche e soprattutto tramite il mercato di qualità delineato oltreoceano dai partner anglosassoni di Bitossi, la serie Rimini blu diviene ben presto un classico distintivo sia per la middle che per l’upper class anglosassone – “Modern in the tradition of good taste” è il payoff di una tra le più influenti catene distributive della gamma. Un classico che però – nonostante gli enormi mutamenti della situazione sociale ed economica internazionale – non ha perso praticamente nessuno dei vantaggi competitivi originari. Anche oggi, a quasi 60 anni dalla messa in produzione, il suo colore rimane inimitabile e la freschezza delle forme, unita alle intelligenti soluzioni di decoro, sono in grado di “catturare”, proponendola con successo sul mercato, proprio quella chimera oggi ricercata pressoché in ogni settore produttivo: un oggetto seriale (realizzabile cioè con tempi e procedure relativamente semplici ed economiche) suggestivamente potente, immediatamente riconoscibile ma, di fatto, unico e irripetibile. A Marina Vignozzi Paszkowski l’onere e l’onore di raccontare questa storia che ci avvicina ai valori primari ed essenziali della produzione regionale in cui spirito d’avventura (ricerca, innovazione, sperimentalità laboratoriale) convivono dialetticamente in sinergia con la ponderata considerazione delle tradizioni artigianali più antiche (per una volta, non tanto l’ormai “opprimente” Quattrocento, quanto piuttosto le assai più profonde e copiose radici etrusche e preistoriche). A Vignozzi Paszkowski va dunque il doveroso ringraziamento dell’associazione MuDeTo, sia per aver consentito di riproporre in questa sede un ricordo (risalente al 2010) di Marco Zanini su Aldo Londi (più sopra in questa stessa sezione “Testimonianze”), sia per aver gentilmente aderito con il lodevole saggio di motivazione riportato in questa scheda (oltre che con le corpose schede dedicate a Londi e Bitossi Ceramiche) alla nostra iniziativa. Un progetto “editoriale”, prima ancora che culturale, accessibile erga omnes, volto in particolare a far emergere, rendendolo sempre più sedimentato e riconoscibile, il patrimonio produttivo e progettuale della nostra regione – composto tanto da storie vincenti quanto da “microstorie” sommerse. Un patrimonio di cui la stessa Toscana più colta e avvertita è, a nostro avviso, tuttora, solo in parte consapevole e cosciente.

001	Aldo Londi, schizzi per “Uccellini”, 1955 | © & courtesy Archivio Aldo Londi
002	Aldo Londi, serie Rimini Blu: vaso “Palla” (a) e figura “Uccellino” (b) con base in metallo, 1959, Bitossi Ceramiche | Refrattario bianco, (a) tornio e (b) calco, incisione a impressione a stampino | © & courtesy Bitossi Ceramiche
003	Aldo Londi con il vaso “Palla” della serie Rimini Blu | © & courtesy Bitossi Ceramiche
004	Aldo Londi, serie Rimini Blu: scatola a forma di testa (a), brocca e vaso (b) | (a) Refrattario bianco, tornio, incisione a impressione a stampino, (b) Terra rossa, tornio e calco, incisione a impressione a stampino | © & courtesy Bitossi Ceramiche
005	Aldo Londi, serie Rimini Blu: figura “Cavallerizzo” (a sinistra); gruppo di vasi, base lampada e colomba (a destra) | Refrattario bianco, tornio e calco, incisione a impressione a stampino, 1959-1969, Bitossi Ceramiche | © & courtesy Bitossi Ceramiche
006	Aldo Londi, serie Rimini Blu: vaso a due manici | Refrattario bianco, tornio e calco, incisione a impressione a stampino, 1959, Bitossi Ceramiche | © & courtesy Stylepark.com
007	Aldo Londi, serie Rimini Blu: vaso | Refrattario bianco, tornio e calco, incisione a impressione a stampino, 1959, Bitossi Ceramiche | © & courtesy Architonic.com
008	Aldo Londi, serie Rimini Blu: vaso “Palla” | Refrattario bianco, tornio e calco, incisione a impressione a stampino, 1959, Bitossi Ceramiche | © & courtesy Architonic.com
009	Aldo Londi, serie Rimini Blu: vaso | Refrattario bianco, tornio e calco, incisione a impressione a stampino, 1959, Bitossi Ceramiche | © & courtesy Architonic.com
010	Aldo Londi, serie Rimini Blu: bolo | Refrattario bianco, tornio e calco, incisione a impressione a stampino, 1959, Bitossi Ceramiche | © & courtesy Architonic.com
011	Aldo Londi, serie Rimini Blu: vaso rocchetto | Refrattario bianco, tornio e calco, incisione a impressione a stampino, 1959, Bitossi Ceramiche | © & courtesy Etsy.com
012	Aldo Londi, serie Rimini Blu: scodella | Refrattario bianco, tornio e calco, incisione a impressione a stampino, 1959, Bitossi Ceramiche | © & courtesy Bitossi Ceramiche
013	Aldo Londi, serie Rimini Blu: figura “Gatto” (a) e vaso rocchetto (b) | Refrattario bianco, (a) calco, (b) tornio e calco, incisione a impressione a stampino, 1959, Bitossi Ceramiche | © & courtesy Bukowskis.com
014	Aldo Londi, serie Rimini Blu: figura “Gatto lungo” (a), portacandele, vaso, mug (b), | Refrattario bianco, (a) calco, (b) tornio e calco, incisione a impressione a stampino, 1959, Bitossi Ceramiche | © & courtesy Bukowskis.com
015	Aldo Londi, serie Rimini Blu: vaso rocchetto, portaombrelli, vaso bottiglia | Refrattario bianco, tornio e calco, incisione a impressione a stampino, 1959, Bitossi Ceramiche | © & courtesy Stylepark.com
016	Aldo Londi, serie Rimini Blu: portaombrelli - particolare | Refrattario bianco, tornio e calco, incisione a impressione a stampino, 1959, Bitossi Ceramiche | © & courtesy Stylepark.com
017	Aldo Londi, serie Rimini Blu: vaso cilindrico - particolare | Refrattario bianco, tornio e calco, incisione a impressione a stampino, 1959, Bitossi Ceramiche | © & courtesy courtesy Pamono.com
018	Aldo Londi, serie Rimini Blu: figura “Leone” | Refrattario bianco, calco, incisione a impressione a stampino, 1960, Bitossi Ceramiche | © & courtesy Bitossi Ceramiche
019	Aldo Londi, serie Rimini Blu: figura “Pony” | Refrattario bianco, calco, incisione a impressione a stampino, 1959, Bitossi Ceramiche | © & courtesy Piasa.Auction.fr
020	Aldo Londi, serie Rimini Blu: figura “Toro” | Refrattario bianco, calco, incisione a impressione a stampino, 1959, Bitossi Ceramiche | © & courtesy Architonic.com
021	Aldo Londi, serie Rimini Blu: figura “Gatto ruota” | Refrattario bianco, tornio e calco, incisione a impressione a stampino, 1964, Bitossi Ceramiche | © & courtesy 1stdibs.com
022	Aldo Londi, serie Rimini Blu: figura “Gatto lungo” | Refrattario bianco, calco, incisione a impressione a stampino, anni 60, Bitossi Ceramiche | © & courtesy Antikivitet.net
023	Aldo Londi, Scheda cliente con schizzi relativi ai prodotti della serie Rimini Blu in consegna per Bitossi Ceramiche, 1969 | Allestimento mostra Strumenti di ricerca e conservazione di una storia italiana (a cura di M. Vignozzi Paszkowski), MAIB - Museo Artistico Industriale Bitossi, Montelupo Fiorentino novembre 2012 - giugno 2013 | © & courtesy Bitossi Ceramiche
024	Aldo Londi, serie Rimini Blu: figura “Colomba” | Refrattario bianco, calco, incisione a impressione a stampino, 1959, Bitossi Ceramiche | © & courtesy Architonic.com
025	Aldo Londi, serie Rimini Blu: figura “Colomba” - particolare | Refrattario bianco, calco, incisione a impressione a stampino, 1959, Bitossi Ceramiche | © & courtesy Antikivitet.net
026	Aldo Londi, serie Rimini Blu: figure “Scimmia”, “Cavallo”, “Elefante”, “Ippopotamo” | Refrattario bianco, calco, incisione a impressione a stampino, 1959, Bitossi Ceramiche | © & courtesy Architonic.com
027	Aldo Londi, serie Rimini Blu: figure “Testa cavallo” e “Sole” | Refrattario bianco, tornio e calco, incisione a impressione a stampino, 1959, Bitossi Ceramiche | © & courtesy Architonic.com
028	Aldo Londi, serie Rimini Blu | Allestimento mostra Assaggi d’Archivio (a cura di M. Vignozzi Paszkowski), Galleria Antonia Jannone, Milano 26 – 28 febbraio 2015 | © & courtesy Bitossi Ceramiche
029	Aldo Londi, serie Rimini Blu | Allestimento mostra Assaggi d’Archivio (a cura di M. Vignozzi Paszkowski), Galleria Antonia Jannone, Milano 26 – 28 febbraio 2015 | © & courtesy Bitossi Ceramiche

Miniature zoomorfe e forme con vari utilizzi (vasi, basi, contenitori, accessori per la tavola e complementi d'arredo) in ceramica con texture decorativa effettuata “a crudo”.

Tutta la gamma presenta come motivo decorativo le stesse forme geometriche incise a impressione a stampino o cariolata su refrattario bianco, ad eccezione di poche varianti che presentano foglie, catenella e cuori.

Inciso a fresco, il biscotto viene decorato a pennello con fasce colorate giallo-verde, immerso nella cristallina trasparente e poi spruzzato per unificare la verniciatura con cristallina.

Le forme vengono cotte due volte: prima a 1020°, quindi a 830°.
Questo processo consente di ottenere il caratteristlco colore azzurro intenso con sfumature più scure.

1911-'03	name:	Aldo Londi

1921	name:	Bitossi Ceramiche

2015	Mostra Assaggi d’Archivio, Galleria Antonia Jannone, Milano
2015	Mostra Creativa produzione. La Toscana e il design italiano 1950-1990, Fondazione Ragghianti, Lucca
2014	Mostra personale Aldo Londi. Un ceramista del Novecento, MAIB - Museo Artistico Industriale Bitossi, Montelupo Fiorentino
2013	Mostra Linee e colori nel secolo lungo della ceramica Bitossi. Novantadue candeline, MAIB - Museo Artistico Industriale Bitossi, Montelupo Fiorentino
2013	Mostra Modern in the tradition of good-taste: Londi - Cassey Fantin for Raymor, Galleria Terre d'Arte, Torino
2012	Mostra I Bitossi e il design: abilità e idee, MAIB - Museo Artistico Industriale Bitossi, Montelupo Fiorentino
2012	Mostra Alla Moda: Mid-20th Century Italian Ceramics from the Graham Cooley Collection (a cura di M. Hill), King's Lynn Arts Centre, Norfolk [UK]
2012	Mostra Il Prodotto del design ceramico: 1. Bitossi, 2. Alessi, 3. Richard Ginori, Liceo Artistico per il Design Ceramico - LADEC, Caltagirone - Catania (25 maggio - 31 dicembre)
2012	Mostra Strumenti di ricerca e conservazione di una storia italiana, MAIB - Museo Artistico Industriale Bitossi, Montelupo Fiorentino
2010	Mostra Un secolo di ceramica artistica: stile moderno e design dall'Archivio Industriale Bitossi, MAIB - Museo Artistico Industriale Bitossi, Montelupo Fiorentino
2008	Mostra Stile moderno e design dall'Archivio Industriale, MAIB - Museo Artistico Industriale Bitossi, Montelupo Fiorentino
2007	Mostra antologica Buongiorno maestro! Aldo Londi, ceramista, scultore, pittore, maestro - XV Festa Internazionale della Ceramica di Montelupo Fiorentino, Area Espositiva Excelsior, Montelupo Fiorentino
2007	Mostra Aldo Londi, Galleria Terre d'arte, Torino
2007	Mostra La ceramica Bitossi una storia italiana - VIII Bienal Internacional de Cerâmica, Galleria Terre d'arte, Manises [E]
2005	Mostra La Manifattura Cav. Guido Bitossi & Figli. Stile moderno e design dal 1950 al 1980, MAIB - Museo Artistico Industriale Bitossi, Montelupo Fiorentino
2005	Mostra Sette secoli di ceramica a Montelupo. Cultura, design e industria in un territorio fiorentino, Castello di Spezzano, Fiorano Modenese
2003	Mostra Tradizione e Design della Collezione Storico-Artistica della Manifattura Cav. Guido Bitossi & Figli, MAIB - Museo Artistico Industriale Bitossi, Montelupo Fiorentino (2003-2005)
1993	Mostra Aldo Londi Personale - I Festa della Ceramica, Ex Manifattura Tolmino Bellucci, Montelupo Fiorentino
1991	Mostra Aldo Londi. 80 anni 80 pezzi, Museo Archeologico e della Ceramica di Montelupo, Montelupo Fiorentino
1991	Mostra Arte e Ceramica in laboratorio, Lille [F]
1990	Mostra regionale di Ceramica, Villa Comunale, Santo Stefano di Camastra
1990	VI Rassegna di Pittura, Scultura, Ceramica, Villa Mannelli, Fibbiana
1990	Laboratorio “Giocare con l'arte”, Museo Internazionale della Ceramica, Faenza
1989	Mostra Il design di ricerca e la ceramica Bitossi, Museo Internazionale delle Ceramiche, Faenza
1986	MIA - Mostra Internazionale dell'Arredamento, Palazzo Reale, Monza
1984	Mostra L'Immagine rinnovata. Ceramica tra progetto e invenzione, Studio Giambo, Firenze
1981	Mostra Ceramica: dalla materia all'oggetto, Cassero, Monte San Savino
1981	Ceramica Contemporanea. Seconda Biennale, Montecatini Terme
1980	I Mostra di Ceramiche, Villa Medicea, Cerreto Guidi
1968	XIV Triennale di Milano - “Il grande numero”, Palazzo dell'Arte al Parco, Milano
1965	Mostra La casa abitata, Palazzo Strozzi, Firenze
1964	Mostra Italien Grüsst Wien, Vienna, Messepalast
1964	XIII Triennale di Milano - “Il tempo libero”, Palazzo dell'Arte al Parco, Milano
1962	Mostra Internazionale dell'Arte contemporanea della Ceramica - Praha [CZ]
1962	Esposizione Internazionale “Italia Produce” - Palais de Beaulieu, Losanna [CH]
1960	XII Triennale di Milano - “La Casa e la Scuola”, Palazzo dell'Arte al Parco, Milano
1959	I Mostra Internazionale della Ceramica, Gmunden am Traunsee [A]
...	Collezione permanente MIC - Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza
...	Collezione permanente Museo della Ceramica di Fiorano Modenese
...	Collezione permanente Museo Archeologico e della Ceramica di Montelupo
...	Collezione permanente Graham Cooley Collection

	Bitossi Ceramica | regia: Gil Gilbert
2017	© video: OMA - Osservatorio Mestieri
	Buongiorno Maestro 2007
2016	© video: Luca Londi
	Aldo Londi The Museum
2015	© video: Luca Londi
	Aldo Londi The Hall
2015	© video: Luca Londi
	Bitossi Ceramiche
2014	© video: Knights Furniture

2017	M. Vignozzi Paszkowski, Sottsass e la manifattura Bitossi Ceramiche: i primi dieci anni di una lunga collaborazione, in Ettore Sottsass 1922-1978, a cura di Francesca Zanella, Cinisello Balsamo - Milano.
2015	S. Follesa, Progettare terre, in Il design della ceramica. Storie di terre e di progetti, a cura di S. Follesa, Firenze
2015	Creativa produzione. La Toscana e il design italiano 1950-1990, catalogo della mostra a cura di G. Pettena, D. Turrini, M. Lovi (Fondazione Ragghianti, Lucca 13 giugno - 1 novembre) Pisa
2014	G. Turchi, Aldo Londi, pittore, scultore e ceramista, in “La ceramica moderna e antica”, XXXV, n. 286, set./dic.
2014	M. Vignozzi Paszkowski, Aldo Londi. Un ceramista del Novecento, Firenze
2012	Il Prodotto del design ceramico: 1. Bitossi, 2. Alessi, 3. Richard Ginori, catalogo della mostra a cura di ADI - delegazione Sicilia (Liceo Artistico per il Design Ceramico - LADEC, Caltagirone - Catania 25 maggio - 31 dicembre)
2008	E. Gaudenzi, Novecento. Ceramiche italiane. Protagonisti e opere del XX secolo, 3 voll., Faenza, 2005-2008, III, Ultimi decenni
2007	M. Vignozzi Paszkowski, La ceramica Bitossi. Una storia italiana, in catalogo della “VIII Biennale Internazionale di Ceramica” (Manises 2007-2008), Manises, MCM
2007	Buongiorno Maestro. Aldo Londi, ceramista, scultore, pittore, maestro (1929-2003), catalogo della mostra a cura di G. Turchi, E. Daini, con scritti di M. Vignozzi Paszkowski, F. Bertoni, (Montelupo Fiorentino, Centro Espositivo Excelsior), Pisa
2007	F. Bertoni, Aldo Londi ed Ettore Sottsass: due tradizionalisti rivoluzionari, in Buongiorno Maestro, cit.
2006	Flavia Manifattura Ceramiche Artistiche in Ceramic City - Tecnoargilla Fiera Rimini, catalogo della mostra (Rimini 28 sett. - 2 ott.). s.l., s.d.
2005	F. Bertoni, J. Silvestrini, Ceramica italiana del Novecento, Milano
2005	M. Vignozzi Paszkowski, Montelupo Fiorentino, in F. Bertoni, J. Silvestrini, Ceramica Italiana del Novecento, cit.
2004	F. Berti, Cultura design e industria in un territorio fiorentino, in “Ceramica Antica”, XIV, 6 (146), giugno
2004	Sette secoli di ceramica a Montelupo. Cultura, design e industria in un territorio fiorentino, catalogo della mostra (Fiorano Modenese, Centro museale della Ceramica), a cura di F. Berti, M. Vignozzi Paszkowski, Montelupo Fiorentino
2004	M. Vignozzi Paszkowski, Montelupo e il suo mestiere venuto dal fango. Le fornaci e il resto nel tempo dell’industria, in Sette secoli di ceramica, cit.
2004	Progetto Ceramica. Le Biennali e la Raccolta contemporanea, a cura di R. Giovannini, Fiorano Modenese
2003	M. Vignozzi Paszkowski, Aldo Londi. Pittore, scultore e soprattutto ceramista, in “Ceramica informazione”, XXXVIII, 5, maggio
2003	M. Vignozzi Paszkowski, In occasione della Festa della Ceramica sarà aperta al pubblico la collezione storica delle ceramiche Bitossi, in “Ceramica Antica”, XIII, 6 (138), giugno
1998	Omaggio al maestro Aldo Londi, catalogo della mostra (Empoli, Circolo Arti Figurative, Palazzo Ghibellino), con presentazione di E. Sottsass e G. Lombardi, s.l. [Empoli], s.n.
1996	Maioliche artistiche Guido Bitossi dal 1921 ad oggi, catalogo della mostra a cura di M. Vignozzi Paszkowski, (Montelupo Fiorentino), Empoli
1996	A. Minghetti, Le terre dipinte. Catalogo dei ceramisti dal Medioevo al Novecento, (I ed. Milano, 1939), Firenze
1994	Flavia Montelupo. Quaranta anni di design con la ceramica, Empoli
1993	Ettore Sottsass, a cura di B. Radice, Milano
1991	Capraia ’91. Ceramiche verso il XXI secolo, catalogo della V Mostra della ceramica artistica e di tradizione a cura di L. Ulivieri, (Capraia Fiorentina, ex-Fornace Pasquinucci), Milano
1991	Aldo Londi. 80 anni 80 pezzi. Ceramiche, pitture e sculture di Aldo Londi dal 1929 ad oggi, catalogo della mostra (Montelupo Fiorentino, Museo Archeologico e della Ceramica di Montelupo), con presentazione di E. Sottsass, Empoli
1984	L’immagine rinnovata. Ceramica tra progetto e invenzione…, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo dell’Anguillara, Centro culturale “Studio Giambo”), a cura di G. Cosi e R. Fiorini, con la collaborazione di “Eco d’arte moderna”, s. l., s.d.
1979	A. Londi, Le ceramiche vanno da sole? Proverbi, boccali e cocci. Considerazioni su una località. Passato, presente e futuro, in “Eco dell’Arte moderna”, giugno-luglio
1955	R. Talley, For Us, 5.000.000 Donkeys, in “The Courier-journal”, Louisville, 24 marzo

Fondazione Vittoriano Bitossi
Via Antonio Gramsci, 12/14
50056 Montelupo Fiorentino - Firenze
phone +39 0571 51033 / 7081
fax +39 0571 910477
info@fondazionevittorianobitossi.it
www.fondazionevittorianobitossi.it

MAIB - Museo Artistico Industriale Bitossi
Via Antonio Gramsci, 12/14
50056 Montelupo Fiorentino - Firenze
phone +39 0571 51033 / 7081
fax +39 0571 910477
dainie@fondazionevittorianobitossi.it
www.fondazionevittorianobitossi.it/maib.html

AIB - Archivio Industriale Bitossi
Via Antonio Gramsci, 12/14
50056 Montelupo Fiorentino - Firenze
phone +39 0571 51033 / 7081
fax +39 0571 910477
www.fondazionevittorianobitossi.it/aib.html

Bitossi Ceramiche
Via Antonio Gramsci, 16
50056 Montelupo Fiorentino - Firenze
phone +39 0571 51403
fax +39 0571 519281
info@bitossiceramiche.it
www.bitossiceramiche.it